…è terminato un anno a tinte opache che mi ha offerto spunti
notevoli per riflettere sul senso della nostra esistenza, quelle domande che
sanno di filosofia spiccia e che in realtà dovremmo porci periodicamente per un
resoconto individuale del nostro percorso di vita.
Il 2011 si è proposto come un anno pieno di imprevisti e
nuove opportunità, il foglio disponibile all’inizio dell’anno ormai terminato,
non era bianco … ne già allegramente disegnato. Il primo gennaio 2011 il mio foglio
era opaco ma, a mia disposizione avevo un set di pastelli, tempere, pennarelli
colorati in una gamma di colori che variavano dalle tinte pastello ai colori
piu brillanti.
Iniziare a disegnare con consapevolezza è stato complicato,
in testa solo tanto non colore.
Poi, la vita ha fatto piovere una serie incredibile di
eventi ed è stato indispensabile x me, fermarmi e iniziare a definire i colori
del mio anno…
Un astrologo vedico mi ha detto che emergo da 7 anni molto
faticosi… la mia reazione è stata anomala, non ho sorriso, ho sofferto ancora …
a ripensare a quanti fogli a tinte opache ho accumulato in questi anni.
Mi sono occorsi molti giorni di riflessione e confronto con
chi era li insieme a me… per raggiungere
la consapevolezza e la certezza che, il rosa del cuore, l’indaco, il blu, ma
anche il rosso e l’arancio non li ho mai abbandonati…. Certo, in questi anni i
colori erano opachi a tratti le tonalità piu scure prendevano il sopravvento
ma, in fondo nella mia vita ho sempre saputo portare colore. Di questo sono
grata a me stessa, e a chi mi ha fornito un bagaglio di forza interiore
all’arrivo su questo pianeta, che mai si è dispersa.
I viaggi dell’ultimo quadrimestre hanno ribaltato gli
equilibri cromatici di questo 2011: i colori del deserto del sinai e dei
bambini beduini, i loro sorrisi pieni di semplicità, il verde smeraldo e il blu
intenso della barriera corallina da cui i pesci fosforescenti emergevano ogni
pomeriggio; il verde brillante della foresta di wayanad e i mille colori dei
sari delle donne indiane, i loro sorrisi smaglianti, lo sguardo intenso dei
bambini, curcuma, curry, pepe, caffe fresco, foglie di banano, papaya, mango e
i volti luminosi delle persone che sto incrociando sul mio cammino, mi hanno
consentito di lanciare nel fuoco del “lasciare andare” - ieri sera – un foglio
variopinto in cui non mancavano tutti in fila il Rosso corallo, l’Arancio,
il Giallo oro, il Verde, l’Azzurro Blu, l’ Indaco e il Viola dei
sette chakra rimessi in funzione con il REIKI che in poco tempo mi ha gia
portato tanto.
Questa mattina ho assistito all’ennesima partenza, in un
mese ho salutato 15/16 volti, anime, energie diverse: i vata esuberanti, i
pitta forti e decisi, i Kapha morbidi e riflessivi che sono passati dal centro
Vedaguru in questo mese hanno lasciato tutti un messaggio – ognuno a suo modo –
mi hanno offerto lo spunto per accettare ogni carattere ogni energia come parte
integrante di questo universo.
Il messaggio di questa mattina però, oltre che essere
pronunciato da una persona a me cara, riassume l’esssenza di questa esperienza
indiana… che già si era delineato nella mia testa fin dal viaggio nel deserto.
“Per stare bene occorre poco, l’essenziale ci da gioia, il
superfluo crea dipendenza, ansia, infelicità”, ad ognuno la libertà di definire
cosa sia superfluo e cosa sia essenziale. In India ho imparato che l’essenziale
è ciò che la natura ci mette a disposizione, perché da un bambu ottieni il riso
per nutrirti, il legno per far ardere il fuoco e riscaldarti, danzarci intorno
e gioire nel cuore e nel corpo, la materia prima per creare ornamenti e quanto
la creatività di ognuno consente di generare.
In questa esperienza ho anche, finalmente ;-) accettatto che
pur bastandoci a noi stessi … la
condivisione delle emozioni ci riscalda il cuore. Ogni emozione può essere
condivisa a livelli differenti e con una profondità che varia dalle alchimie
che si creano fra le persone. A volte, non occorre essere vicini ma è
necessario essere connessi… con quelle anime che stanno popolando la tua vita,
fermarsi e ascoltare cosa ci dicono anche da lontano è edificante. Aprire il
cuore e lasciare entrare… è fondamentale.
Auguro agli amici vicini e lontani, alle anime in cammino e
a quelle sedute in panchina, un anno a tinte forti, colori brillanti, emozioni
che scaldano il cuore e un buon viaggio, in questa vita.
Ringrazio, l’imperatrice che è in me, la papessa che mi
governa, la luna che mi accompagna e il sole che mi riscalda… spero mi faccia ardere il
cuore, in questo nuovo anno.